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												A caccia nella laguna del Delta del Po
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																Siamo stati invitati da due amici appassionati cacciatori di acquatici che 
																ci ospitano sul loro palchetto: uno spettacolare capanno di canne che, oltre 
																ad ospitare comodamente tre cacciatori, nasconde perfettamente anche il barchino. 																
																L’appuntamento è alle 4.00 al rimessaggio della barca: ci vogliono 15 minuti 
																per arrivare all’appostamento. Carichiamo tutto il necessario velocemente 
																anche se il freddo rallenta un po’ i movimenti.
  
																
																Fa sempre freddo sul grande fiume: la mattinata si preannuncia serena. La 
																temperatura è di circa 5°C con un leggero vento di ponente.
  
																
																Si parte presto anche perché bisogna sistemare il gioco che è composto da 
																oltre 100 stampi  prevalentemente fischioni, moriglioni e morette, ma anche 
																germani e mestoloni di formato maxi: circa una volta e mezzo lo stampo 
																standard. Abbiamo anche 3 richiami vivi.
  
																
																"Come mai usate stampi di questo formato?" gli chiedo.
  
																
																"Perché sugli ampi spazi aperti conviene sempre usare questo tipo 
																di stampi, sono molto più visibili dei normali. La stampata si nota bene 
																anche da molto lontano o quando l’acqua si muove molto: cosa molto frequente 
																in laguna."”
  
																
																Il tragitto in barca e’ entusiasmante: il silenzio della palude rotto dal 
																rumore del barchino, i profumi del fiume, il rumore del mare in sottofondo. 
																Una esperienza da provare.
  
																
																La laguna dove ci prepariamo a cacciare è un vasto lago al ridosso del mare, 
																da cui è separato da una striscia di sabbia. 
																Raggiungiamo il nostro palchetto in poco tempo.
  
																
																Il capanno è una vera opera d’arte costruita dalle sapienti mani dei cacciatori 
																del posto: sembra un grande ammasso di canne palustri che 
																fuoriescono dall’acqua.  
																E’ lungo circa 5 metri per 2,5 di larghezza. Ci si entra direttamente con la 
																barca, da dove poi si può entrare sulla postazione vera e propria che si trova 
																a circa un metro dal livello dell’acqua. 																
																Ce ne sono molti sulla laguna, ma generalmente sono pochi quelli occupati 
																durante le giornate di caccia.
  
																
																Mi accorgo subito che i barchini che arrivano dopo di noi sanno già dove devono 
																andare, nessuno ci passa vicino. Infatti mi viene confermato che tra i cacciatori 
																del posto c’è innanzitutto rispetto. Nessuno si sogna di dare fastidio agli altri. 
																Fosse sempre cosi anche dalle mie parti!
  
																
																E infatti durante la mattina vedo che ci sono 8 postazioni occupate, ma nessuno è 
																a meno di 5-600 metri dagli altri, una distanza più che accettabile per poter far 
																giocare le anatre.
  
																
																Il metodo per posizionare gli stampi e’ particolare.  
																I due amici sono molto abili e, soprattutto, veloci. Partono di fronte al 
																capanno lasciando allontanare la barca dal vento. 
																Iniziano con il mettere gli stampi quando arrivano a 5 metri dal capanno, una 
																striscia parallela alla postazione larga circa 15 metri, diminuendo la larghezza 
																delle strisce fino ad arrivare all’ultimo singolo pezzo lontano circa 50 metri. 
																Dopo di che si inizia dalla parte opposta. Si parte mettendo una unica anatra a 
																50 metri e si arriva a ridosso del capanno.
  
																
																Insomma si formano due punte quasi perfette di circa 50-60 stampi l’uno, che 
																inglobano completamente il capanno.
																I vivi sono sotto di noi, uno per lato, con il maschio spostato sulla destra.
																
																	 
																 
																
																Mi hanno spiegato il perche’ di questa disposizione: "Come vedi abbiamo formato 
																due punte, praticamente abbiamo formato una freccia, una linea da seguire.  
																Messi cosi’ gli stampi sono incredibilmente attiranti per i grandi branchi di 
																anatre: soprattutto per le morette e i moriglioni, ma anche le altre specie 
																credono molto a questo gioco."
  
																
																E la dimostrazione l’ho avuta. Lo abbiamo sperimentato proprio con l’unico branco 
																di morette avvistato. 
																Dopo averci puntato le anatre arrivavano quasi a ridosso del primo stampo, il piu’ 
																lontano, e poi seguivano il volo passando sui fianchi del capanno parallelamente 
																alla striscia degli stampi laterali, per poi tornare indietro a prendere il vento. 
																Dopo qualche giro, il cerchio si e’ ristretto fino a quando ci hanno sfiancato ad 
																una distanza molto ravvicinata.
  
																
																Le altre anatre che si sono avvicinate al gioco, dopo i soliti giri, arrivavano 
																sugli stampi planando da lontano con il vento contro e le ali gia’ aperte per 
																potersi posare. 
																Generalmente si calano sui lati, a circa 15-20 metri, perfettamente a tiro.
  
																
																L’alba e’ come al solito entusiasmante, ma sul delta e’ qualcosa di 
																indimenticabile. 
																I primi colpi che si sentono in lontananza si sentono perfettamente nella laguna, 
																rompendo quel silenzio intervallato ogni tanto dal canto di un uccello o dal 
																sibilo delle ali di qualche branco di anatre celato dall’oscurita.
  
																
																Si e’ sempre con il cuore in gola, perche’ quei colpi sparati qualche istante 
																prima possono portare sul gioco qualche anatra: e quando meno te lo aspetti!
  
																
																
																	 
																
																Durante la mattinata poi si avvistano poi un gran numero di uccelli, fischioni, 
																alzavole, germani. Un via vai di punte a ridosso del mare.  
																Ogni tanto qualcuna entra e li e’ la bravura del cacciatore a far si che venga 
																attirata da un gioco piuttosto che da un altro. 
																Pero’ e’ uno spettacolo che riempie, e la giornata resta nei ricordi anche 
																se non sempre si ottiene alla fine un buon carniere.
  
																
																Ma la caccia in laguna e’ cosi’.
  
																
																In bocca al lupo a tutti.
															
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