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La specializzazione della licenza secondo Balducci Maurizio
Caccia per specializzazione o no!
Dal tipo di caccia che pratico da più di trent’anni, personalmente posso essere favorevole alla specializzazione, perché non vado ad anatre, a cinghiali, ad altri ungulati, alla lepre né a colombacci. E’ ovvio però che come siamo stati sempre abituati, visto che la legge non lo vieta, la classica schioppettata all’animale non cercato che d’improvviso t’appare, la si da.

Purtroppo però questo della specializzazione è un campo minato, ostico, che non farà mai mettere d’accordo noi cacciatori, i cervelli che ci governano questa passione né tanto meno gli ambientalisti. In ogni modo proviamo a fare uno schemino della situazione:
- Anatre: da settembre a gennaio, ognuno di questi mesi ha le sue specie, che transitano o svernano nel ns. paese ciò può essere FATTIBILE (tralasciando il discorso non meno importante del dove, visto i pochissimi posti rimasti nelle ns. zone e delle poche specie consentite)
- Cinghiale: ottobre-gennaio se poi lo si allunga a febbraio sarebbe meglio, anche in questo caso se i cinghialai vogliono é FATTIBILE
- Altri ungulati: qui con il discorso della selezione la cosa è molto complicata, da come sento, ogni hanno a loro disposizione ci sarebbero pochi esemplari da abbattere e non gli si può dire che la loro annata venatoria consiste nel tirare il grilletto 5 o sei volte. Eventualmente si potrebbero accorpare con la caccia al cinghiale. Ma è poco probabile e accettabile da parte loro.
- Lepre, volpe e coniglio: settembre- dicembre dopo di che si dovrebbe fermare e qui iniziano le dolenti note, il 5° mese chi glielo ridà e per cosa?
- Stanziale da penna: settembre-gennaio- starna, fagiano, coturnice e anche questi ti pongono il problema del 5° mese in meno (tranne per il fagiano)
- Migratoria senza cane: settembre-gennaio- chi non lo ha e ha una certa età ti direbbe che a lui va bene, si muove poco, ronza sempre vicino casa e problemi non te né dovrebbe creare.
- Migratoria con il cane: settembre-gennaio- ha le quaglie, le beccacce, i beccaccini, ma anche qui ci sono dei problemi, la caccia alle quaglie apre tardi, a ottobre non ci sono più e per aspettare l’arrivo delle regine e i principi debbono stare fermi quasi un mese, per non parlare di gennaio, che non si trovano quasi più.
- Colombaccio: settembre-gennaio- molti ci si dedicano, ma la palomba la conosciamo bene, metà settembre e qualche giorno di novembre dopo di che sull’albero ci si prende soltanto l’aria pura.

Non ci ho messo l’etica, l’educazione e il rispetto, ossia che ognuno onestamente si dedichi esclusivamente alla caccia che ha scelto, trattenendosi il dito per quello che non gli spetta. Non ci ho inserito colui che ti dice: il mio cane è vecchio ed è solo da riporto, ma camminando camminando tu m’insegni che t’alza tutto quello che si trova davanti. Allora dovrai rivedere il tutto, eventualmente alla specializzazione della migratoria dovrai aggiungere, per appostamento.
Comunque la metti caro Paolo, è una cosa improponibile perché irrisolvibile. Solo in un caso riusciresti a fare due specialisti: abbassando il tenore di vita degli italiani, portandolo agli anni 20-30.

A quei tempi la caccia la praticava il danaroso, il possidente delle terre e alcuni pochi amici facoltosi della città, dove cacciavano con i cal.12 animali pregiati stanziali delle loro tenute; gli altri i "poveri" con i fucili a bacchetta (retrocarica) si dedicavano si fa per dire, alla ciccia, ai migratori, di peso tipo le anatre, (tu sei appassionato di anatre? Informati sulla caccia in laguna veneta o alle valli di Comacchio, a quei tempi chi la praticava con il barchino e la columbrina, dove se non c’erano posate minimo 30 anatre non se le filavano proprio) non disdegnando ovviamente la lepre quando gli capitava. La migratoria minuta chi per un verso, (te lo vedevi Umberto Agnelli a tirare ad un tordo?) o chi per un altro, (figurati il “povero” che rimediava il piombo per poi squagliarlo e colarlo su lastre di ferro bucate dove i pallini uscivano a goccia per poi sparare ad un’allodola?) non se la filava nessuno. Ma ti dirò di più, al paese di mia madre dove l’economia era basata sulle scarpe, nel 1956 io avevo 7 anni (tra annessi e connessi ci stavo 5 mesi l’anno) bè le colate di piombo ancora me le ricordo, perché con le tronchesine da calzolaio il vicino di casa di mio nonno, mi ci faceva tagliare le protuberanze delle gocce ad una ad una, dopo essere cadute nella bacinella d’acqua. Mentre il signorotto che aveva le terre, o quello che aveva gli operai o l’altro che vendeva la pelle, avevano le Bernardelli, le Beretta e poi i Cosmi. Più di questo che altro potrei dirti?

Mi scuso se sono stato un pò lungo, ma credimi, è stato per me un piacere ricordare certe cose.

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