Le "padelle" dei cacciatori di Anatidi.it
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I "Galluzzi" mancati di Antonello Barbaccia
Gli anni erano i primissimi 80, una mattinata di fine ottobre. Stavamo in tesa io ed Alvaro, il mio papà venatorio, con circa 100 stampi davanti, 2 pavoncelle a leva e sul didietro una trentina di "sventarole": gli stampi piatti.

L'aria frizzante ed il cielo coperto lasciavano pensare che quella mattina ci potesse essere un discreto movimento giù in piana.
E cosa che puntualmente si avverò, sparammo abbastanza, in poco meno di 2 ore ne facemmo una decina fra pavoncelle e pivieri, qualche allodola e storno completavano il carniere.

Tutti uccelli isolati, massimo 2, 3, niente branchi grossi. Uccelli tutti "buoni", catturati facendoli posare!
Passiamo un'altro paio d'ore a sparare a qualche allodola, ma di pavoncelle e pivieri nemmeno l'ombra. Iniziamo a smontare tutto il "sipario" quando in mare vediamo un grosso branco di pavoncelle transitare in parallelo alla costa, basse sui 30 m.
Subito mano ai fischi ed in quattro e quattrotto, le abbiamo sopra il gioco.

"Aspetta che si buttano" faccio ad Alvaro,
"No spariamo che se ne vanno",
"no", faccio io, "ancora un secondo e le abbiamo tutte a terra"
aspettammo qualche altro secondo ed eccole che vanno a prendere il vento e iniziano a posarsi davvero.

Non so' cosa mi sia successo, so' soltanto che mi alzai e come un'automa, iniziai a sparare così a casaccio (credo) come imbambolato per avere 50 uccelli sopra gli stampi, non so' nemmeno io dove indirizzai i 5 colpi del 301, so' soltanto che sparai e basta.

Alvaro vedendomi in quello stato, prima lo sentii bestemmiare e poi alzarsi e iniziare suo malgrado, a sparare anche lui.
Pavoncelle che sembravano cadere a decine, tante, tantissime...certo "sembravano"...perchè in tutto quel casino infernale che avevamo fatto, non ne prendemmo nemmeno una.

Quale delusione più amara: lui che continuava ad imprecare, le pavoncelle che erano ormai in mare ed io ancora dovevo rendermi conto di "dove" avevamo indirizzato tutte quelle fucilate!
Ci guardammo molto male negli occhi quella mattina, voleva menarmi e giurò su Dio che non mi avrebbe portato più con lui (cosa che poi non si verificò) ma la mia "alzata d'ingegno" ormai aveva fatto tutto il giro della piana e fummo noi, gli zimbelli, di tutta la marina, quell'anno.

La cosa mi fece riflettere parecchio, mi servì da lezione ed iniziai a maturare piano, piano ed a capire molte cose.
L'unica cosa che non sono ancora riuscito a capire e': dove sara' andato a finire tutto quel piombo che gli abbiamo tirato dietro?

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