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I problemi sanitari per i cani che cacciano in palude di Francesco Putini
In questo mio scritto non entrerò nel merito tecnico della maggiore o minore utilità di una razza rispetto ad un'altra nella caccia agli uccelli acquatici, peraltro svolgibile in diversi modi peculiari, ma cercherò sommariamente di affrontare i problemi sanitari in cui soggetti di qualsiasi razza a seconda delle caratteristiche fisiche e impegnati in una difficile disciplina come questa potrebbero incorrere, tenendo presente che le razze a pelo lungo e\o forte (Golden, Flat Coated ,Chesapeack Bay, Springer tra i retriver e Setter, Breton, Dratahar fra i fermatori per fare solo qualche esempio) possono essere avvantaggiate per certi aspetti (come la resistenza al freddo) ma contemporaneamente possono essere svantaggiate per altre (problematiche legate alla vegetazione).

Andiamo quindi ad analizzare le varie e più frequenti problematiche sanitarie legate al difficile ambiente della caccia palustre.

Innanzitutto l'orecchio è un organo da tenere sotto controllo.
Anatomicamente il condotto uditivo esterno è "fatto male" rispetto a quello dell'uomo in quanto non è dritto e breve ma lungo e con una curva a gomito che lo fa piegare ad "L", comportando che tutto ciò che vi entra, acqua non pulitissima compresa (si consiglia sempre ai proprietari che portano il cane in toeletta a fare il bagno di accertarsi che venga sempre messa dell'ovatta a "tappare" durante questa operazione) rimane in assenza di ossigeno e quindi fermenta creando i presupposti per una infezione seria perchè in condizioni di anaerobiosi crescono quei batteri causa di otiti severe.
Una asciugatura dell'interno dell'orecchio delicata ma un pò profonda con ovatta è quindi consigliabilissima al ritorno.
Bisogna contattare un vet - senza far nulla - se al ritorno dalla caccia il cane “sgrulla” troppo le orecchie o addirittura cammina con la testa piegata e\o si gratta violentemente, visto che questo potrebbe essere sintomo dell'ingresso di un corpo estraneo o, peggio, di una otite.

Per ciò che poi riguarda l'apparato tegumentario, una bella spazzolata dovrebbe esser fatta già prima di salire in macchina per tornare a casa, controllando bene anche gli spazi interdigitali e se si attraversa un campo dove ci sono le "lappe" il consiglio è di fermarsi a rimuoverle subito perchè continuando ad aggrovigliarsi tra i peli creerebbero i presupposti per dolorose dermatiti da sfregamento.

In estate inoltre lotta senza quartiere agli ectoparassiti con spray, collari e spot on.

Altro problema spesso sottovalutato è la "benzina" per il nostro ausiliare: il pasto.
Generalmente il giorno della caccia il cane salta il pasto del mattino, anche perchè tra l'altro è ancora troppo diffusa la pessima abitudine di far fare un unico pasto abbondante e serale al cane (ahimè, perchè poi le Torsioni dello stomaco arrivano la notte e spesso non si possono aiutare i cani a sopravvivere a questa terribile patologia che colpisce generalmente i cani di peso superiore ai 20\25kg ma descritta anche in soggetti di solo 5kg!!!) e oltretutto antiche e false dicerie narrano che a digiuno "il cane caccia meglio".

Invece non dobbiamo dimenticare che la "macchina" organismo ha sempre bisogno di energia per funzionare al meglio anche nelle cacce da appostamento quando per es. il freddo ne fa consumare tantissima, quindi personalmente oltre ai biscotti\premio, porto con me un pezzetto di grasso di prosciutto (e non lo zucchero: una tavoletta di cioccolata va bene solo per noi umani!) in quanto il grasso è il più rapido fornitore di energia alla "macchina" dei carnivori.

Dando per scontato che tutti seguano attentamente il proprio cane e quindi siano al corrente di eventuali patologie in corso che possono limitare o addirittura inficiare l'attività venatoria (un check up generale con eventuali analisi ed indagini di laboratorio è consigliabile a partire dai 7anni d'età, prima bastano le visite che il vet fa ad ogni vaccinazione), ricordiamoci sempre che il cane va vaccinato, almeno contro la Leptospirosi, per tutta la vita visto che è soprattutto in ambiente umido che questo terribile (per il cane e per noi!!!!) batterio trova il suo habitat ideale.

Conscio che una chiacchierata su questo tema non poteva che risultare superficiale resto comunque a disposizione di tutti gli amici di Anatidi.it per qualsiasi tipo di approfondimento.



Francesco Putini, medico veterinario, gestisce con due soci una clinica Veterinaria a Roma.
Segue da anni alcuni allevamenti di cani ed alcune mute di cani da cinghiale, nonché gli aspetti sanitari di due Aziende Faunistiche vocate nella caccia agli ungulati.
Pratica tutte le forme di caccia ma la caccia alle anatre è però la sua più grande passione che esercita in Italia e all’estero.

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